Tricopigmentazione: come funziona, quando farla e quando no
Tra le tante alternative a difesa dell'estetica dei capelli, la tricopigmentazione offre una serie di vantaggi notevoli, tali da suscitare l'interesse di milioni di persone in tutto il mondo e non solo in Italia. Appartenente al gruppo delle soluzioni non chirurgiche, la tricopigmentazione rappresenta una tecnica di restyling del capello ormai collaudata, priva di particolari controindicazioni per il paziente. La rapidità di esecuzione, il piacevole effetto estetico, la versatilità di applicazione e la durata dei pigmenti sono tutti punti di forza da tenere presente quando si sceglie quale strada intraprendere. Attenzione però, perché nessun trattamento va seguito senza i dovuti accorgimenti. Se vogliamo ottenere un risultato all'altezza delle aspettative, anche nel caso della tricopigmentazione dobbiamo essere consapevoli dei risvolti pratici dell'intervento. Scopo di questo articolo è appunto quello di spiegare anche ai meno esperti in che cosa consiste la tricopigmentazione, come funziona, quando farla e quando invece orientarsi su altro.
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COME FUNZIONA LA TRICOPIGMENTAZIONE DEI CAPELLI?
La tricopigmentazione è la pigmentazione dei capelli tramite microaghi dalla punta arrotondata, in grado di depositare (non tatuare!) il micropigmento sulla pelle. Per un risultato migliore i capelli devono essere rasati, in modo da pareggiare l'altezza tra capelli rimasti e pigmenti. Questo approccio garantisce un effetto molto più uniforme, restituendo l'impressione di una testa rasata e di una capigliatura in salute. Possiamo comunque utilizzare la tricopigmentazione anche per infoltire i capelli, laddove questi fossero diradati ma non ancora caduti del tutto.QUANTE SEDUTE OCCORRONO PER UN RISULTATO EFFICACE?
Per un risultato soddisfacente bastano appena tre sedute di tricopigmentazione, più eventuali richiami nel corso dei mesi successivi. Dato che i micropigmenti di colore depositati sulla testa vengono assorbiti nell'arco di uno o due anni massimo, è possibile limitare al minimo le sedute successive, mantenendo un look impeccabile senza per questo spendere troppi soldi. Va da sé che nell'ipotesi di una testa rasata la lunghezza dei capelli dovrà essere mantenuta il più possibile invariata: più i capelli cresceranno, maggiore sarà la differenza tra capello originale e pigmento.QUANDO CONVIENE SOTTOPORSI A TRICOPIGMENTAZIONE?
Da quanto scritto finora, si capisce come la tricopigmentazione rappresenti un sistema valido non soltanto per uomini con la testa rasata, ma anche per donne e ragazzi con capelli diradati, o in generale per persone con cicatrici e segni che possono essere camuffati con i pigmenti di colore. Fondamentale è la scelta del colore corretto, un parametro determinato sulla base dell'attenta analisi del capello e delle sue sfumature. Attenzione anche all'evoluzione di eventuali problematiche in essere: la tricopigmentazione va adottata in situazioni stabili, quando il diradamento ha raggiunto un punto di stasi o quando l'alopecia si è arrestata.E QUANDO INVECE BISOGNA ADOTTARE ALTRE SOLUZIONI?
Appurato che la tricopigmentazione risulta un ottimo rimedio quando il diradamento o l'alopecia sono stabili, dovremo orientarci su altre soluzioni – chirurgiche e non – nei casi in cui ci sia un'evoluzione della patologia in corso, e quindi una situazione non ancora definita. Anche le aspettative del cliente incidono sulla validità o meno della tricopigmentazione. Se per lavoro o per altri motivi occorre sfoggiare capelli lunghi e folti, la tricopigmentazione potrebbe non essere di aiuto, e allora andrà preferita l'epitesi capillare protesica. Allo stesso modo, l'autotrapianto FUE o FUT rappresenta la migliore alternativa per chi vuole risultati duraturi, senza bisogno di rinnovare l'intervento come avviene con la tricopigmentazione.Curioso di sapere come stanno i tuoi capelli? Richiedi un test gratuito!